giovedì 31 dicembre 2009

Il Valore della PAROLA nella Comunicazione.

Il Valore della PAROLA nella Comunicazione.

Quotidianamente viviamo nell’informazione: in primis dalla informazione biologica che ci permette la vita. Il cervello manda messaggi al nostro corpo e il flusso informativo agli organi ci garantisce la sopravvivenza.
Poi l’informazione psicologica fra le persone che ha permesso il progredire della cultura e delle condizioni di vita. Lo scambio di informazioni attraverso il linguaggio ha cambiato il modo di vivere dell’uomo e del suo organizzarsi.
La comunicazione è da sempre stata un elemento prioritario nella vita umana. L’uomo primitivo, al quale non bastavano più le grida ed i suoni, ha inventato il linguaggio per convivere con i suoi simili.
Il bisogno di comunicare è una necessità nello sviluppo genetico e nella ricerca della conoscenza.

Ma oggi come si comunica? Quali sono i sistemi per creare messaggi?

Il Percorso Circolare della Parola

La reversibilità per accrescere la conoscenza

Il Percorso della parola non è lineare, ma ha un inizio un arrivo e di nuovo un ritorno al punto di partenza. Questo movimento di ritorno è chiamato Reversibilità, ed è un cammino a ritroso importante per l’esito finale del processo. Il ritorno del significato nuovo sopra quello vecchio/iniziale conferisce un arricchimento di conoscenza e di intelligenza per una piena maturazione del soggetto.
La reversibilità permette la sedimentazione durevole del significato nell’individuo ed alimenta la sua cultura.
La cultura ed il cervello sono collegati in modo tale che la prima si metabolizza nel sistema nervoso centrale e questo ultimo (arricchito) cattura la cultura stessa rinnovando i suoi livelli sempre più alti di conoscenza. La reversibilità ha un’importante funzione nella creazione di cultura, infatti è fondamentale capire che il ricavato dal vecchio bagaglio cognitivo è reinvestito in nuove condizioni mentali per nuovi rapporti dell’individuo con se stesso e gli altri, in tal modo da accrescere il suo sentire (avvertire una sensazione, percepire attraverso i sensi) la realtà, nuove sensibilità nel capirla, vederla e soprattutto viverla soggettivamente. Capire il perché delle cose.

Il Percorso Circolare della Parola

1. Concreto: esperienza, si imparano le parole mentre le viviamo. Il bambino impara le parole latte e acqua per soddisfare i suoi bisogni di fame e sete.

2. Concettuale: a questo punto si capisce e si conosce perché si usano quelle parole.

3. Operativo Superiore: si applicano i concetti che si sono imparati fino ad ora.

Il processo è circolare perchè dal punto 3 si ritorna al punto 1 per creare nuova conoscenza. Questo rimbalzo è chiamato reversibilità, cioè la capacità di concretizzare e passare ai fatti e poi rinnovarsi.
Molti problemi di incomunicabilità nascono perché ci si ferma al secondo punto, cioè si impara e si capisce il problema ma non si riesce a passare dall’operatività superiore alla concretizzazione, cioè a portare soluzioni.

Questo percorso ci fa capire che il linguaggio, attraverso il suo percorso di sviluppo graduale della conoscenza, sedimenta il sapere nell’individuo e ne permette il proprio accrescimento anche attraverso la trasmissione nell’altro individuo, il quale interviene con il suo percorso fatto di esperienza e conoscenza.
Si crea quel dialogo tanto caro a Platone, perché la parola mette in contatto l’uno con altro ed insieme apprendono.

Le Caratteristiche della Comunicazione Verbale

a.
Formatività
b.
Congruenza
c.
Reversibilità

Platone diceva che il sapere nasce fra di noi attraverso il dialogo, il contenuto parte da un emittente e si elabora, si sviluppa con l’altro.
Il linguaggio vive nell’esperienza, si conoscono le parole, si sperimenta il loro uso vivendole. Inoltre il linguaggio forma un contenuto mentre lo dice e lo comunica, ecco che la forma ed il contenuto nascono insieme ai pensieri ed ai sentimenti, creano il senso particolare dell’individuo. Creano il modo particolare di vedere il generale, singolarizzano. Ecco la funzione di formatività della parola e del linguaggio. L’uso della parola suscita il personale modo di vedere, di sentire e di vivere dell’individuo: avere un sentimento o un pensiero, attraverso la parola, equivale ad avere una relazione vissuta e condivisa con gli altri. E perché la relazione abbia luogo, i due partecipanti devono essere presenti. Con persone diverse, la relazione è diversa, diversa è la relazione se gli interlocutori non si incontrano, e così la partecipazione e la funzione formativa sono deboli.

Riportiamo l’attenzione sul legame che si instaura tra il soggetto ed il modo per esprimere un contenuto.
Il risultato di questa unione è una relazione speciale tra l’uso del segno e quello che il soggetto cerca di esprimere. C’è la presenza di qualcosa di particolare, come il senso personale ed irripetibile del significato. La parola diventa il sostituto di una relazione, ecco che gli atti sono parole sentite. A questo punto si ha padronanza reale del significato della parola, perché si è compreso appieno gli usi linguistici e possiamo piegare i significati standard alle esigenze espressive del nostro senso.
Inoltre guardiamo se l’agire si addice ai pensieri, sentimenti e sensibilità delle persone. Questa corrispondenza si intende chiamarla congruenza : quando la comunicazione raggiunge una pienezza sia con l’interno dell’individuo che con l’esterno. Cioè il risultato è un legame speciale fra il segno ed il soggetto, un sentire dentro e nell’amare quello che si dice, che si fa e che si pensa.
La congruenza è credere in ciò che si fa e sentire quello che si fa, così costruiamo la nostra vita con ciò che sentiamo.
Per quanto riguarda la reversibilità, ne ho parlato precedentemente e qui sottolineo un’altra sua qualità: la reversibilità permette di accumulare gli apprendimenti sia nell’individuo singolo che nelle generazioni, con l’esaltazione della tradizione come trasferimento di conoscenza e cultura.

Patrizia Esposito Esposito Consulting

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